
Biodanza è una poetica dell’incontro umano.
Un modo differente di relazionarsi
in un mondo estremamente individualista.
Rolando Toro Araneda,
creatore del Sistema Biodanza e di Educazione Biocentrica.
Psicologo, antropologo, professore, conferenziere, pedagogista, poeta, pittore, nominato al Premio Nobel per la Pace.
(Concepción – Cile, 19 aprile 1924 – Providencia, 16 febbraio 2010)
Il Prof. Toro Araneda è stato docente universitario al Centro di Antropologia Medica
e titolare della cattedra di Psicologia dell’Arte e dell’Espressione (Cile);
professore emerito all’Università Aperta Interamericana e all’Università Metropolitana di Buenos Aires;
Dottore Honoris Causa all’Università Federale della Paraìba (Brasile).
Ha inoltre esposto il suo pensiero presso numerose università ed istituzioni in America, Europa e Africa.
Nel 2001 è stato nominato per il Nobel per la Pace.
Si è trasferito in Italia nei primi anni ’90.
Qui ha vissuto a lungamente, diffondendo l’insegnamento e la pratica di Biodanza in tutto il mondo.
Ad oggi il suo Sistema è utilizzato in cinque Continenti, in più di 120 Paesi,
attraverso 171 Scuole IBFed (International Biodanza Federation), i suoi eredi, le numerose associazioni nazionali e migliaia di praticanti.
Rolando Toro Araneda ha sviluppato il Sistema Biodanza nel corso di più di sessant’anni di ricerche in diversi ambiti delle scienze e del sapere: biologia, fisiologia, etologia, neuroscienze, psicologia, pedagogia, antropologia, storia, sociologia, filosofia, arte, comunicazione. E ovviamente semantica musicale.
Ha stabilito contatti e fertili scambi di idee con numerosi scienziati, studiosi, ricercatori, letterati, terapeuti, artisti e musicisti del ‘900.
Fu amico di gioventù di Alejandro Jodorowsky. Si ritrovarono nel 1998 e da lui ricevette questa dedica:
“Rolando, dopo tanti anni sei lo stesso dentro il grande nuovo uomo.
Che piacere questa fedeltà a te stesso e questa accettazione dell’Altro Magico.
La mia amicizia, Jodorowsky 1998“.

La più grande preoccupazione di Toro Araneda fu la dissociazione tra intelligenza e affettività,
di cui purtroppo il XX secolo mostrò drammatici esempi.
Uno dei suoi meriti è di aver creato una metodologia che offre a tutti (e non solo ai danzatori di professione)
la possibilità di esprimersi attraverso il movimento in musica.
Il suo più grande sogno: il diritto universale alla felicità.

“Felici coloro i quali trovano un posto dove si sentono collegati alla vita.
Rimangono a viverci per sempre.
Amano l’albero cresciuto vicino al muro. Ogni angolo è familiare.
La terra ha sempre lo stesso odore e i piedi la riconoscono.
Ogni anno segna il volto e segna le porte della casa.
Talvolta si aggiunge qualcosa di nuovo, un piccolo ciliegio, una panchina in giardino.
Lì la vita acquista la qualità di quella tenerezza fedele alle scoperte innocenti di un tempo.
Felici coloro i quali trovano il loro posto sulla terra.”
Rolando Toro Araneda, “Tras los pasos de Afrodita”
Nel 2019 il Comune di Scandicci (Firenze) ha scelto di includere Rolando Toro Araneda nel Viale dell’Umanità e dei Diritti Umani,
progetto “dedicato a personaggi che con la loro opera hanno visibilmente sostenuto
la vita, il progresso dell’umanità, l’educazione e la tutela del pianeta e dei diritti umani“.
Assieme a Toro sono stati ricordate eminenti personalità del ‘900 tra cui
Gandhi, Nelson Mandela, Rita Levi-Montalcini, Martin-Luther King e Madre Teresa di Calcutta.





